Mela Campanina

La Mela Campanina è un frutto di pezzatura medio-piccola con un peso medio tra i 90 e 100 gr, di forma costante, abbastanza simmetrica, appiattita o talora sferoidale.

La buccia della Mela Campanina è spessa e poco cerosa, di colore verde che diventa rossastra se stesa al sole dopo la raccolta persino in giornate poco soleggiate.

La polpa è di colore bianca-verdastra brillante, il gusto è aromatico e leggermente acidulo ma soavemente profumata. Il sapore ed il profumo sono dovuti alla presenza di numerose sostanze aromatiche.

Come viene chiamata?

La Mela Campanina è da sempre considerata e conosciuta come la “mela della nonna”, in quanto è il frutto che rimanda al nostro passato ed ai nostri nonni che le custodivano gelosamente nei granai per tutto il periodo invernale ed oltre ancora.

E’ anche nota con il nome di “modenese” che sancisce in pieno l’appartenenza al territorio della bassa modenese.

La Mela Campanina veniva chiamata dai nostri nonni in dialetto modenese “Pom Campanin”.

L’appellativo “campanina” pare invece derivi dalla caratteristica di avere due frutti per corimbo, che assomigliano a una coppia di campanelli.

Caratteristiche e proprieta’ nutrizionali

La principale caratteristica che ne ha decretato il successo fin dai tempi più remoti è la straordinaria conservabilità che consente, anche senza refrigerazione, di consumare frutti freschi e fragranti da inizio ottobre, epoca di raccolta, fino ad aprile.

La mela, come tutti i frutti e verdure, rappresenta un alimento importante per ogni età sia perché sazia e nutre senza appesantire, sia perché contiene fibra solubile, acidi organici, caroteni e polifenoli ad azione antiossidante.

Le mele contengono numerosi composti fibrosi non digeribili in grado di regolare diverse funzioni metaboliche: alcuni favoriscono il normale svuotamento intestinali mentre altri modulano l’assorbimento dei nutrienti e generano un impatto metabolico graduale.

La scarsa presenza di sodio ed il discreto contenuto di potassio rendono il frutto particolarmente diuretico.

Le mele contengono inoltre un buon contenuto in acidi organici che conferiscono sapore acidulo e favoriscono la conservabilità del frutto.

Studi sulla Mela Campanina

Non saremo così retorici da rispolverare l`antico proverbio “una mela al giorno toglie il medico di torno”, ma sembra proprio che la mela faccia bene davvero.

Un’approfondita ricerca eseguita dall’università di Bologna, ha posto in evidenza le caratteristiche di ben sei antiche varietà di melo tipiche dell’Emilia-Romagna. Lo studio “Caratterizzazione e valorizzazione tecnologica di antiche varietà di melo dell’Emilia-Romagna: studio sulle proprietà funzionali di trasformati in purea”, pone in evidenza l’obiettivo di scoprire ed evidenziare le caratteristiche intrinseche e qualitative di queste varietà.

In particolare, fra tutte quelle analizzate, la Mela Campanina si evidenzia per un contenuto di composti funzionali quali acido ascorbico, polifenoli e pectine, decisamente superiori di almeno quattro volte rispetto alla varietà Golden Delicious. Tali composti, vengono definite sostanze antiossidanti e sono importantissimi per la prevenzione di malattie e disfunzioni dell’organismo umano.

Gli ultimi studi hanno evidenziato che tre mele al giorno sono meglio di una in quanto migliorano il profilo lipidico, cioè aiutano a tenere il livello di colesterolo totale cattivo (Ltd).

Dove si trova?

Ovviamente questa mela si trova in tutti i negozi di frutta e verdura dei paesi di produzione, però è consigliabile comprarle dove le si producono, direttamente dal contadino.

La zona di produzione della Mela Campanina è da sempre rappresentata dal territorio dei comuni appartenenti alla media e bassa provincia di Modena, nella vicina provincia di Reggio Emilia, nell’Oltre Po Mantovano e nel Ferrarese.

Caratteristiche tecniche della Mela Campanina

La Mela Campanina appartiene alla famiglia delle Rosaceae, sottofamiglia delle pomoidee, genere Malus specie domestica.

  • img_8113FIORI: sono riuniti in numero di 7 in infiorescenza a corimbo, ovvero come sono disposti i fiori. Il fiore porta 5 petali ellittici spesso incavati all’apice di colore rosa chiaro e 5 sepali persistenti attorno al calice. Gli stami sono circa una ventina disposti a corona, più corti dei pistilli. Il pistillo si ripartisce in 5 stili, ognuno dei quali conduce una loggia carpellare. La cultivar riesce ad allegare almeno due frutti per corimbo, questo ricorda due campanelle da cui viene il nome. La fioritura è precoce.
  • FOGLIE: di circa 93 mm di lunghezza e 62 di larghezza, di forma ellittica, con margine seghettato. La pagina inferiore + tomentosa. Il picciolo misura mediamente di 26mm.
  • FRUTTO: di piccole dimensioni, hanno un peso medio di 90-100 gr, di forma costante, abbastanza simmetrica, appiattita o talora sferoidale. La cavità peduncolare è stretta e mediamente profonda, parzialmente rugginosa, il peduncolo è lungo e sottile. La cavità calicinica è stretta e profonda, la buccia è spessa, liscia, lucida e poco cerosa, di colore giallo-verdastro. La polpa è bianco-crema verdastra, piuttosto zuccherina, leggermente acidula e aromatica. Alcuni frutti hanno macchie di ruggine sparse sul frutto che lo rendono pregiato.

Come si coltiva?

I sistemi di produzione della Mela Campanina permettono di ottenere mele dall’elevato livello qualitativo grazie all’ottimale equilibrio vegetale-produttivo adottato.

Per rispettare l’ambiente e la salute dell’uomo, la Mela Campanina è coltivata con tecniche e metodi a basso impatto ambientale, come la produzione integrata. Le condizioni climatiche della Bassa modenese, per la coltivazione delle mele Campanine, sono molto favorevoli. La Campanina, molto resistente di per sé alle malattie che affliggono le mele, necessita di un numero contenuto di trattamenti, si mantiene a lungo conservandosi meglio delle altre varietà di mele.

Come e quando si raccoglie?

Una volta, le Mele Campanine si raccoglievano tradizionalmente all’inizio dell’autunno e venivano esposte al sole per alcuni giorni nelle aie o sui tetti delle piccole costruzioni agricole, perché non solo non temono il freddo, ma il gelo e la galaverna (cristalli di ghiaccio) le rendono ancora più gustose e saporite.

Ad oggi, la raccolta avviene tra la fine di settembre e l’inizio del mese di Ottobre.

Durante la raccolta le mele vengono raccolte e attraverso una prima selezione veloce vengono suddivise: grandi o piccole escludendo quelle colpite da parassiti.

Dopo averle stese al sole, una volta diventate del loro colore ottimale, si effettua una seconda selezione valutano alcuni parametri esteriori quali la forma ed il calibro individuandone le modalità di presentazione definite in base alle categorie: extra, prima, seconda. Per i relativi parametri sono definite anche le relative tolleranze.
In tutte le categorie, occorre tenere in considerazione le specifiche disposizioni previste per ogni categoria stessa, per cui le mele devono essere:

  • Intere;
  • Sane con esclusione dei prodotti affetti da marciume o che presentino alterazioni tali da renderli non adatti al consumo;
  • Pulite, assolutamente prive di sostanze estranee visibili;
  • Prive di parassiti e di attacchi dagli stessi;
  • Prive di umidità esterna anomala;
  • Prive di profumi e/o sapori estranei;

Lo stato delle mele deve essere tale da permettere di proseguire il processo naturale di maturazione in modo tale da raggiungere una maturità appropriata in funzione delle intrinseche caratteristiche varietali. Inoltre, di sopportare il trasporto e le operazioni connesse per giungere nel luogo di destinazione in condizioni soddisfacenti.

Attualmente la commercializzazione comincia dalla raccolta di fine settembre e prosegue, secondo disponibilità, fino ai successivi mesi di marzo/aprile.

Il contenuto di ciascun imballaggio deve essere omogeneo e comprendere soltanto mele della stessa origine, varietà e qualità, aventi un grado di maturazione uniforme.

La maggior parte del raccolto viene fornita sul mercato attraverso la vendita al dettaglio (piccoli negozi di ortofrutta o mercati rionali), ma anche attraverso la vendita a casa.

Come si conserva?

La Mela Campanina si può conservare all’aperto per tutto l’inverno e mantiene le sue caratteristiche organolettiche fino a marzo, e per questo motivo in passato era molto apprezzata quando ancora non esistevano celle frigorifere.

La conservazione a lungo termine dei frutti avviene attraverso la tecnica della refrigerazione e deve realizzarsi nella zona di produzione delimitata per garantire la rintracciabilità ed il controllo.

La mela dopo due / tre mesi di conservazione all’aperto modifica la consistenza della polpa che si intenerisce, diventa via via più farinosa e vira leggermente al colore avorio. Diminuiscono la succosità e l’acidità e si percepisce un gusto più dolce.

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